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La via dell'UE al metaverso: dalle regole ai fondi europei per infrastrutture e tecnologie digitali

 

Metaverso - Photo credit Eren Li via PexelsPersone, tecnologie e infrastrutture sono i tre pilastri dell'approccio UE ai nuovi spazi virtuali che stanno rivoluzionando la vita di cittadini, imprese e istituzioni in tutta Europa. Lanciata la coalizione industriale sulla realtà virtuale e aumentata, la Commissione europea si prepara a presentare il regolamento europeo sul metaverso nel 2023.

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Anche nel discorso sullo Stato dell'Unione di quest'anno non è mancata l'attenzione alla transizione digitale e in particolare al metaverso.

"Continueremo ad osservare le nuove opportunità digitali e i trend, come il metaverso", ha scritto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nella lettera di intenti del 14 settembre, annunciando per l'anno prossimo la presentazione di una proposta di regolamento UE sui mondi virtuali.

Per mantenere il passo con le nuove sfide e opportunità legate al metaverso servono infatti norme certe e condivise, insieme ad una strategia comune di sviluppo e di crescita, accompagnata da finanziamenti - pubblici e privati - per la realizzazione degli investimenti e dall'impegno delle parti interessate a cooperare. 

Vediamo più nel dettaglio cosa prevede la rotta che l'UE sta tracciando per traghettarsi nel futuro del metaverso.

Metaverso: qual è l'approccio dell'Unione europea?

Innanzitutto il plurale è d'obbligo. Ce lo ricorda il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, nel suo blog quando scrive: "in realtà, non uno, ma molti metaversi sono in via di sviluppo, si tratta di una nuova generazione di piattaforme digitali che offre la possibilità alle persone di interagire in modi completamente innovativi".

Per intenderci là fuori ci sono e ci saranno tanti mondi virtuali - non solo il metaverso di Mark Zuckerberg, presidente e amministratore delegato di Meta - dove poter lavorare insieme, simulare operazioni chirurgiche, realizzare un progetto artistico, incontrare i propri clienti, testare una nuova automobile e molto altro.

Stiamo parlando di nuovi 'spazi pubblici', dove persone e aziende - grazie alle tecnologie di realtà virtuale e aumentata - possono interagire, condividere e scambiare informazioni in tempo reale, sperimentando le potenzialità di questa nuova rivoluzione di frontiera.

All'orizzonte quindi si prospettano diverse opportunità, ma altrettante sono le sfide che l'UE ha deciso di affrontare adottando un approccio al metaverso basato su tre pilastri: persone, tecnologie e infrastrutture.

1. No ai monopoli, sì alle regole per mondi virtuali sicuri e convidisi

Dal momento che i metaversi sono delle vere e proprie 'piazze virtuali', è fondamentale garantire la sicurezza di tutti gli utenti, nel rispetto dei valori europei.

Per questo motivo secondo Breton, i mondi virtuali dovrebbero svilupparsi sulla base di standard interoperabili e nessun operatore privato dovrebbe dettare lo condizioni o detenere il controllo per decidere chi può entrare o uscire da questi spazi digitali. Nei metaversi "gli innovatori e le tecnologie dovrebbero poter prosperare senza ostacoli".

Già con il Digital Services Act (DSA) e il Digital Markets Act (DMA) l'UE ha definito la cornice normativa per un'economia digitale che mette al centro la sicurezza online delle persone, contrastando i monopoli delle big tech. Su quest'onda proseguirà il lavoro per assicurare lo sviluppo dei metaversi sulla base dei principi e dei valori dell'Unione.

Sulla falsa riga del Bauhaus europeo, poi, verrà lanciato un movimento creativo e interdisciplinare per definire standard e accrescere l'interoperabilità, coinvolgendo esperti IT, giovani e cittadini.

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2. Costruire il metaverso investendo nelle nuove tecnologie

"La nostra capacità di plasmare il metaverso dipenderà dalla nostra capacità di padroneggiare e sviluppare tecnologie all'avanguardia in Europa e costruire un ecosistema sostenibile", prosegue il commissario Breton nel suo blog.

Da un lato ci sono le tecnologie su cui puntare (5G, supercalcolo, cloud, intelligenza artificiale, realtà virtuale, realtà aumentata, ecc), dall'altro il capitale umano, ossia i ricercatori e gli innovatori che studiano e sviluppano queste tecnologie.

Per favorire la cooperazione in questi ambiti, l'UE ha lanciato la Virtual and Augmented Reality Industrial Coalition, che riunisce diversi stakeholder del metaverso (imprese, università, ecc), e in più finanzia grazie ai fondi europei - pensiamo ai bandi Horizon Europe, alle call Digital Europe e ai fondi strutturali - lo sviluppo e l'applicazione delle nuove tecnologie digitali, insieme al rafforzamento delle competenze digitali.

Inoltre, con l'European Chips Act e la legge europea sulla materie prime critiche, l'UE sta consolidando la propria autonomia strategica sul fronte dei semiconduttori, indispensabili per la transizione digitale.

"Il prossimo passo sarà un salto quantico dall'attuale realtà virtuale e altre tecnologie abilitanti a un mondo che fonde veramente il reale con il virtuale. Questo ci richiederà di mettere insieme finanziamenti europei, nazionali e privati", scrive il commissario.

3. Big data e connettività: serve un'infrastruttura resiliente

Negli spazi virtuali il flusso dei dati crescerà ancora di più, mettendo a dura prova le infrastrutture digitali, già stressate durante la pandemia Covid, facendo emergere un paradosso ancora attuale: l'aumento del volume dei dati non va di pari passo con l'aumento degli investimenti infrastrutturali.

Alla luce di questa discrepanza, secondo Breton "tutti gli attori del mercato che beneficiano della trasformazione digitale dovrebbero dare un contributo equo e proporzionato ai beni pubblici, ai servizi e alle infrastrutture, a beneficio di tutti gli europei".

Pertanto, la Commissione europea lancerà "una riflessione e una consultazione sulla visione e sul modello di business dell'infrastruttura di cui abbiamo bisogno per trasportare i volumi di dati e le interazioni istantanee e continue che avverranno nei metaversi".

Photo credit Eren Li via Pexels

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