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Aiuti di stato per la transizione green: Bruxelles allenta le regole per i sussidi a rinnovabili, batterie, idrogeno e materie prime critiche

 

Aiuti di stato crisi e transizione - Foto di Rudy and Peter Skitterians da Pixabay Il nuovo framework temporaneo di Crisi e Transizione allenta le maglie degli aiuti di stato per permettere ai Paesi europei di fornire sovvenzioni maggiori e più rapide alle aziende che investono nelle tecnologie green, ovvero nelle apparecchiature e nei componenti per pannelli solari, turbine eoliche, batterie, pompe di calore, elettrolizzatori, dispositivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio e per la produzione e il riciclaggio delle materie prime critiche.

Aiuti di Stato: non solo il nuovo Quadro temporaneo di crisi e transizione, dalla Commissione anche modifiche al Regolamento GBER

Si tratta di una misura annunciata il 1° febbraio nell’ambito del Green Deal Industrial Plan e che di fatto rappresenta la più incisiva risposta europea all’IRA, la legge statunitense che concede oltre 300 miliardi di euro per l'industria green e clean tech Made in Usa. 

Le nuove norme sugli aiuti di stato, previste dal quadro temporaneo di crisi e transizione, servono innanzitutto a trattenere in Europa quelle grandi aziende, da Volkswagen a Intel, che stanno valutando di concentrare i propri investimenti e la propria presenza industriale negli Stati Uniti, come ricostruito in questo articolo

Le norme in materia di aiuti di Stato, ha spiegato la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager offrono “agli Stati membri la possibilità di concedere aiuti di Stato in modo rapido, chiaro e prevedibile” e “permettono agli Stati membri di accelerare gli investimenti a zero emissioni nette in questa difficile congiuntura, tutelando nel contempo le condizioni di parità nel mercato unico e gli obiettivi di coesione”. 

Cosa prevede il quadro temporaneo di crisi e transizione: i nuovi aiuti di stato per la transizione green 

Volendo semplificare, con i nuovi aiuti di stato green la Commissione europea allenta le regole finora vigenti per permettere ai Paesi UE di concedere alle aziende sovvenzioni maggiori e che si possono ottenere in modo più rapido e chiaro

Rapidità e chiarezza sono elementi da non trascurare: a rendere particolarmente appetibili le sovvenzioni americane previste dall Inflation Reduction Act, infatti, non è solo la portata economica del pacchetto legislativo a stelle e strisce, ma anche le procedure semplici e veloci previste dall’IRA per accedere a tali sovvenzioni. 

Il quadro temporaneo di crisi e transizione risponde prevedendo innanzitutto una proroga dei regimi di aiuto destinati ad accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e lo stoccaggio dell'energia e dei regimi per la decarbonizzazione dei processi di produzione industriale, che gli Stati europeo possono ora istituire fino al 31 dicembre 2025.

Allo stesso tempo il Temporary Crisis and Transition Framework modifica il tiro di tali misure di sovvenzione con un obiettivo: rendere i regimi di aiuto alle energie rinnovabili, allo stoccaggio dell'energia, alla decarbonizzazione dei processi di produzione industriale più facili da ideare e più efficaci. 

Come? Agendo su quattro piani: 

  • Si semplificano le condizioni per concedere gli aiuti a progetti di piccole dimensioni e a tecnologie meno mature, come l'idrogeno rinnovabile: viene eliminato l'obbligo di una procedura di gara competitiva, purché vengano adottate determinate misure di salvaguardia;
  • Si ampliano le possibilità di sostegno per lo sviluppo di tutti i tipi di fonti energetiche rinnovabili;
  • Si aumentano le possibilità di aiuto alla decarbonizzazione dei processi di produzione industriale tramite una riconversione a combustibili derivati dall'idrogeno;
  • Si prevedono massimali di aiuto più elevati e metodi di calcolo semplificati per gli aiuti.

Il quadro temporaneo di crisi e transizione introduce anche nuove misure, sempre applicabili fino al 31 dicembre 2025, per accelerare gli investimenti in settori strategici per la transizione green. Tradotto in termini concreti, gli investimenti in alcuni settori avranno una sorta di “corsia preferenziale”. Si tratta nello specifico degli investimenti per:

  • la fabbricazione di attrezzature strategiche, in particolare batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori e dispositivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio;
  • la produzione di componenti fondamentali e per la produzione e il riciclaggio delle materie prime critiche.

Cosa prevede la legge europea sulle materie prime critiche

Per questi settori gli Stati membri possono innanzitutto progettare regimi di sovvenzione nuovi, semplici ed efficaci, fornendo aiuti fino a una determinata percentuale dei costi e degli importi nominali, a seconda dell'ubicazione dell'investimento e delle dimensioni del beneficiario. 

Le piccole e medie imprese e le aziende che si trovano in regioni svantaggiate possono beneficiare di un sostegno maggiore, per far sì che si tenga conto degli obiettivi di coesione. 

Gli Stati possono prevedere percentuali dei costi di investimento più elevate se l'aiuto è erogato tramite agevolazioni fiscali, prestiti o garanzie. Prima di concedere l'aiuto, le autorità nazionali devono tuttavia verificare che non vi sia alcun rischio concreto che l'investimento produttivo abbia luogo al di fuori dello Spazio economico europeo (SEE) né che esso comporti una delocalizzazione all'interno del mercato unico.

Non solo. In casi eccezionali, i Paesi possono fornire un maggiore sostegno a singole imprese laddove vi sia un reale rischio che gli investimenti vengano spostati al di fuori dell'Europa. Si tratta del cosiddetto “allineamento”. 

In pratica, per evitare che le aziende attive nei settori più colpiti dall’IRA finiscano per delocalizzare la produzione fuori dall’UE, la Commissione permetterà ai singoli Stati di allineare i propri aiuti a quelli dei Paesi terzi. Il 1° febbraio, in occasione della presentazione del Green Deal Industrial Plan, era stata la stessa Vestager a fare un esempio pratico di cosa significhi questo allineamento: “Se un’azienda riceve l’offerta di 1 miliardo di dollari da un paese terzo a sostegno di un nuovo impianto per le batterie, lo Stato europeo potrebbe offrire la stessa cifra”. 

Per citare la nota che accompagna le norme previste dal quadro temporaneo di crisi e transizione: “In questi casi gli Stati membri possono erogare l'importo dell'aiuto che l’azienda potrebbe ottenere per un investimento equivalente in tale ubicazione alternativa (il cosiddetto "allineamento dell'aiuto") o l'importo necessario per incentivare l'impresa a ubicare l'investimento nel SEE (il cosiddetto "deficit di finanziamento), se inferiore”. 

La regola dell’allineamento dipende però dal rispetto di alcune condizioni

  • è possibile servirsene solo per investimenti effettuati in zone assistite, in base alla definizione di cui alla carta degli aiuti a finalità regionale applicabile, o per investimenti transfrontalieri che riguardino progetti ubicati in almeno 3 Stati membri quando una parte significativa dell'investimento complessivo ha luogo in almeno due zone assistite, una delle quali sia una zona "a" (regioni ultraperiferiche o regioni il cui PIL pro capite è inferiore o pari al 75 % della media UE);
  • l’azienda dovrebbe utilizzare tecnologie di produzione all'avanguardia dal punto di vista delle emissioni ambientali;
  • l’aiuto non deve comportare la delocalizzazione degli investimenti tra Stati membri.

Le modifiche approvate aiuteranno inoltre gli Stati membri a realizzare progetti specifici nell'ambito dei Piani nazionali per la ripresa.

Le regole per modificare il PNRR con il capitolo REPowerEU

La “sovrapposizione” con il quadro temporaneo di crisi Ucraina

Il nuovo quadro temporaneo di crisi e transizione modifica e proroga in parte il quadro temporaneo di crisi, adottato il 23 marzo 2022 per consentire agli Stati membri di sostenere l'economia nel contesto della guerra della Russia contro l'Ucraina, che era stato già modificato a luglio e poi a ottobre dello scorso anno.

Una modifica che non cancella del tutto le regole previste dal precedente temporary framework.

Come spiega la Commissione in una nota, alcune misure previste dal quadro di crisi Ucraina - quelle maggiormente legate alla situazione immediata di crisi come il sostegno alla liquidità sotto forma di garanzie statali e prestiti agevolati, gli aiuti destinati a compensare i prezzi elevati dell'energia e le misure volte a sostenere la riduzione della domanda di energia elettrica - restano applicabili fino al 31 dicembre 2023.  

Foto di Rudy and Peter Skitterians da Pixabay

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