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Da REPowerEU i fondi per il restyling green del Piano Transizione 4.0

 

Transizione verde e digitale incentivi - Photo credit Akil Mazumder via pexelsE' una delle ipotesi da tenere presente nell'ambito della revisione del PNRR e delle riforma degli incentivi, che permetterebbe di estendere i bonus 4.0 agli investimenti energetici contro il caro bollette, trovando così le risorse necessarie nell'ambito del capitolo REPowerEU del PNRR. Lo ha confermato Marco Calabrò, dirigente del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Dai contratti di sviluppo alla Nuova Sabatini: gli incentivi alle imprese nella Manovra 2023

Intervenendo il 23 marzo all‘Industry 4.0 360 Summit, Marco Calabrò ha fatto il punto sul futuro del Piano Transizione 4.0, che potrebbe essere modificato già nel corso del 2023.

Ma la riforma dei bonus 4.0 non è l'unico intervento su cui il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è al lavoro.

Il ministro Urso - come annunciato alla fine del 2022 - ha avviato il confronto con il mondo produttivo, incontrando le associazioni di categoria e i sindacati di vari comparti (moda, metalmeccanica, farmaceutico, telecomunicazioni, chimica, ecc) per individuare le priorità dei settori maggiormente strategici per la crescita del paese.

L’obiettivo è allineare gli strumenti agevolativi in capo al MIMIT con le attuali esigenze delle imprese, costrette a fare i conti con le conseguenze della pandemia e della guerra in Ucraina, l’inflazione, il rincaro dei prezzi dell’energia e delle materie prime.

Ecco i principali capitoli su cui il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sta lavorando.

Riforma green del Piano Transizione 4.0 con i fondi del REPowerEU

L’ipotesi si incornicia nell’ambito del processo di revisione del PNRR - da presentare a Bruxelles entro fine aprile - con l’inserimento di un capitolo energia previsto da REPowerEU, il piano europeo per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia e accelerare la transizione green.

Nel quadro del PNRR il capitolo REPowerEU può contare su un tesoretto di oltre 5 miliardi, risorse che potrebbero dare nuova linfa ai crediti d’imposta del Piano Transizione 4.0, previo restyling in ottica green.

Con l’inizio del nuovo anno, infatti, i bonus 4.0 sono partiti in 'versione ridotta', a causa delle aliquote dimezzate previste dalla Manovra 2022. Negli ultimi mesi, le imprese - anche tramite le associazioni di categoria - hanno chiesto più volte il potenziamento del Piano Transizione 4.0, per dare continuità agli incentivi e certezza alle aziende che vogliono investire nella trasformazione digitale.

Un primo segnale è arrivato con il decreto Milleproroghe, che ha esteso i termini per la consegna dei beni strumentali 4.0 e non.  

Ora si attende il rifinanziamento del Piano Transizione 4.0, che in un primo momento sembrava potesse attingere ai fondi PNRR destinati ai bonus 4.0 non spesi nel 2022, un tesoretto di 3,8 miliardi di euro.

Ma a fine gennaio, durante il tavolo con gli operatori del settore moda, il ministro Urso ha comunicato l’esaurimento dei fondi PNRR, annunciando la ricerca di risorse su altri capitoli.

Tra i possibili capitoli da prendere in considerazione c’è il REPowerEU, che - in virtù dei suoi vincoli di spesa - potrebbe consentire di agganciare, com’è nella sua duplice natura, la transizione verde a quella digitale. Ipotesi confermata da Marco Calabrò, dirigente del MIMIT, durante l‘Industry 4.0 360 Summit del 23 marzo.

Nel quadro del PNRR, infatti, i fondi del capitolo REPowerEU andranno a finanziare gli investimenti green e energetici, aiutando le imprese alle prese con il caro bollette.

Si aprirebbe così la strada per dar vita al tanto atteso restyling green del Piano Transizione 4.0 che permetterebbe di estendere i crediti d’imposta agli investimenti funzionali alla green transition, all'economia circolare e contro il caro energia.

Per quanto riguarda le tempistiche, Calabrò ha anticipato che la revisione dei bonus 4.0 potrebbe arrivare già nel corso dell'anno e dovrà tener conto di due temi chiave: l'inclusione delle PMI e l'aggiornamento dei beni immateriali 4.0.

Oltre che dal REPowerEU, nuove risorse per rifinanziare gli incentivi 4.0 potrebbero arrivare anche dai fondi non spesi del piano Next Generation EU.

Il Governo "sta portando avanti una negoziazione con Bruxelles per chiedere di accedere ai fondi residui del piano Next Generation EU che non sono stati ancora utilizzati. Si tratta di un totale di 200 miliardi di euro, che in parte sono destinati a Spagna e Portogallo che non ne avevano fatto pieno utilizzo in un primo momento, ma una parte potrebbe essere utilizzata per immettere nuove risorse nel piano già a partire dal 2023", ha spiegato Calabrò.

Per approfondire: Con la revisione del PNRR arriveranno nuovi fondi per l’economia circolare?

La riforma degli incentivi alle imprese

A fine febbraio, il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo disegno di legge delega per la riforma degli incentivi alle imprese.

Prevista la definizione di un Codice degli incentivi, che andrà ad armonizzare e standardizzare i bandi e le agevolazioni destinati alle aziende, dai bonus 4.0 al Fondo centrale di garanzia PMI.

Per approfondire: Cosa prevede la riforma degli incentivi alle imprese?

In primavera il decreto Crescita: più risorse per Nuova Sabatini e bonus 4.0

Lo ha annunciato il sottosegretario del MIMIT, Massimo Bitonci, il 23 gennaio durante il 6° Forum nazionale dei commercialisti ed esperti contabili organizzato da ItaliaOggi, spiegando che - a prescindere dal dialogo con Bruxelles - il Governo dovrà trovare una soluzione per supportare le imprese.

Secondo Bitonci in primavera, tra aprile e maggio, potrebbero esserci le condizioni per un nuovo provvedimento post-crisi, che “rifinanzierà la Nuova Sabatini, i bonus 4.0 e gli incentivi per la crescita. In particolare, riavvieremo il bonus formazione 4.0 per cogliere le opportunità aperte dai primi segnali di ripresa”, ha assicurato.

Il nuovo 'decreto Crescita' potrebbe anche essere la cornice per ampliare il raggio d’azione degli incentivi 4.0 agli investimenti energetici, ampliamento che alla fine non ha trovato spazio in Manovra 2023.

Dal PNRR 350 milioni per i centri di trasferimento tecnologico

A fine febbraio il ministro Urso ha firmato il decreto ministeriale che stanzia 350 milioni di euro - a valere sul PNRR - per potenziare il sistema di trasferimento tecnologico italiano.

Le risorse sono destinate agli 8 competence center esistenti, più 42 nuovi centri, tra cui gli European Digital Innovation Hub (EDIH) selezionati dalla Commissione UE nell'ambito delle call Digital Europe.

Questa rete di soggetti sosterrà le imprese italiane nella transizione digitale con il supporto del mondo della ricerca, erogando servizi tecnologici avanzati e innovativi.

I fondi del PNRR per i centri di trasferimento tecnologico

Photo credit Akil Mazumder via pexels

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