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Codice appalti - via a riforma PPP, ma resta il nodo rischio operativo

 

La delega appena approvata dalla Camera non interviene sui finti project financing

Author: thopre / photo on flickr

Resta il nodo del trasferimento del rischio operativo. La delega appalti, appena approvata alla Camera, avvia una ristrutturazione di tutte le regole in materia di partenariato pubblico-privato e project financing: si punta molto sulla definizione delle autorizzazioni e sulla chiusura dei piani economico finanziari entro tempi certi. Questo ripensamento complessivo, però, se confrontato con le direttive europee, manca ancora di un tassello: non ci sono i requisiti più stringenti che dovrebbero evitare i molti project financing finti che oggi si stipulano in Italia. La partita, dopo l’approvazione finale al Senato, andrà definita in fase di attuazione della legge delega.

Incentivare il PPP

Le lettere dedicate al PPP (rr e seguenti, nella versione finale) puntano, in generale, alla “razionalizzazione ed estensione delle forme di partenariato pubblico-privato, con particolare riguardo alla finanza di progetto e alla locazione finanziaria di opere pubbliche”. L’idea di fondo del testo è incentivare l’utilizzo degli strumenti che consentono l’accesso di capitale privato alle opere pubbliche: esiste una grande domanda, attualmente inevasa, di queste forme di affidamento. Il testo, allora, fa riferimento a veicoli normativi “innovativi”, alla “trasparenza e pubblicità degli atti” e al “supporto tecnico alle stazioni appaltanti”.

Decisivi i decreti di recepimento

Sono tutti obiettivi che andranno declinati in concreto attraverso il decreto di recepimento, il decreto di riordino e le linee guida del Ministero delle Infrastrutture e dell’Anac, attesi nel corso del 2016. Il disegno di legge appena approvato dalla Camera, però, non resta solo sulle linee generali. Ma passa anche alle questioni più specifiche, affrontando il tema della sostenibilità dei progetti che si mandano in gara.  

L'equilibrio finanziario dell'opera

“Al fine di agevolare e ridurre i tempi delle procedure di partenariato pubblico-privato”, bisogna indicare l’amministrazione competente a predisporre “specifici studi di fattibilità che consentano di porre a gara progetti con accertata copertura finanziaria derivante dalla verifica dei livelli di bancabilità”. In altre parole, l’equilibrio finanziario delle operazioni è l’elemento da mettere al centro delle procedure per il futuro. Attraverso una pianificazione più accorta, sarà possibile evitare che, in un momento successivo alla firma del contratto, venga riaperta la trattativa tra Pa e privati.

Il nodo autorizzazioni

La riforma chiede, poi, anche di garantire “l'acquisizione di tutte le necessarie autorizzazioni, pareri e atti di assenso comunque denominati entro la fase di aggiudicazione”. L’obiettivo, in questo caso, è evitare le situazioni nelle quali le aggiudicazioni vengano congelate dopo la fase di gara. La fase di autorizzazione, quindi, andrà di regola sempre completata prima della firma dei contratti. Così, una volta chiusa la gara, i cantieri potranno marciare.

Il trasferimento del rischio

Questo impianto, guardando alle direttive, affronta alcuni problemi ma ne ignora completamente altri. Soprattutto, non si cura di una delle questioni centrali per l’Italia: al momento nel nostro paese, circa il 70% dei project financing non sono reali, non portano cioè a un vero trasferimento del rischio operativo dalla pubblica amministrazione al privato, come invece chiedono le regole Ue.

Stop all'Agenzia per il PPP

In questo senso, la prima versione della riforma aveva riportato a galla l’idea di costituire un’Agenzia per il partenariato pubblico-privato, che peraltro era già stata ipotizzata dal Documento di economia e finanza dello scorso anno. La struttura avrebbe dovuto prendere l’eredità dell’Unità tecnica di Palazzo Chigi, gestendo i bandi in materia in maniera centralizzata e portando avanti solo procedure considerate finanziariamente blindate. Quell’ipotesi, però, è stata giudicata troppo costosa per le casse dello Stato.

Link
Codice appalti - novita' su deroghe, project financing e PPP

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