Una Banca europea per l’idrogeno grazie ai fondi dell’Innovation Fund
Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione Ursula von der Leyen parla dell’idrogeno come della “chiave di volta” per l’Europa. Ma per fare il salto di qualità l’idrogeno, in particolare l’idrogeno verde, ha bisogno di fondi e investimenti. Ed è qui che entrano in gioco la Banca europea per l’idrogeno e l’Innovation Fund.
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Non è la prima volta che la presidente della Commissione europea sottolinea l’importanza del vettore energetico per riscattare l’Europa dalla dipendenza dal gas russo e realizzare la transizione energetica avviata con il Green Deal.
I primi passi di questo percorso di valorizzazione del vettore energetico Bruxelles li ha mossi nel luglio del 2020 con la strategia per l’idrogeno e il progetto di mobilitare quasi 500 miliardi di investimenti nell'idrogeno verde o rinnovabile nei prossimi trent’anni.
Da allora il quadro geopolitico e gli equilibri energetici sono cambiati radicalmente ma l’idrogeno è rimasto al centro della scena. Si veda REPowerEU, il piano di Bruxelles per non essere più sotto scacco di Mosca sul piano energetico presentato a maggio 2022: l'obiettivo indicato nel piano è di arrivare a 10 milioni di tonnellate di produzione interna di idrogeno rinnovabile e 10 milioni di tonnellate di importazioni entro il 2030, per sostituire gas naturale, carbone e petrolio nelle industrie e nei trasporti, vale a dire nei settori più difficili da decarbonizzare.
A settembre 2022 l’idrogeno è tornato al centro delle attenzioni di Ursula von der Leyen, stavolta nell’ambito dello State of the Union, il discorso sullo stato dell’unione che traccia la direzione delle politiche europee per i prossimi mesi.
“Dobbiamo passare da un mercato di nicchia a un mercato di massa” è l’obiettivo indicato per l’idrogeno dalla numero uno della Commissione. “Con REPowerEU abbiamo raddoppiato il nostro obiettivo: entro il 2030 vogliamo produrre nell'Unione europea dieci milioni di tonnellate d'idrogeno rinnovabile all'anno. Per riuscirci dobbiamo creare un facilitatore di mercato per l'idrogeno così da colmare la carenza di investimenti e collegare la domanda e l'offerta future”.
Ed è qui la notizia, annunciata da von der Leyen a Strasburgo: l’intenzione di creare una nuova banca dedicata al vettore energetico. Una banca europea dell’idrogeno “che contribuirà a garantire l'acquisto di idrogeno rinnovabile, in particolare utilizzando le risorse del Fondo per l'innovazione, e potrà investire 3 miliardi di euro per aiutarci a costruire il futuro mercato dell'idrogeno”.
In effetti, a ben guardare, da tempo l’Esecutivo UE dà indicazioni su un maggiore investimento nell’idrogeno verde tramite il Fondo per l’Innovazione o Innovation Fund.
Facciamo un passo indietro. L’Innovation Fund è il programma di finanziamento per la diffusione di tecnologie innovative clean tech. Un fondo che finanzia progetti tramite bandi ad hoc.
Attraverso una serie di call lanciate a partire dal 2020 Bruxelles ha orientato il tiro del Fondo in questione sostenendo:
- progetti di grande portata sulle tecnologie pulite, per contribuire ad affrontare i rischi legati alla commercializzazione e alla dimostrazione su vasta scala di progetti con focus su tecnologie rivoluzionarie per le energie rinnovabili, le industrie ad alta intensità energetica, lo stoccaggio di energia e la cattura, l'uso e lo stoccaggio del carbonio;
- progetti su piccola scala, per sostenere con un finanziamento di 100 milioni di euro l'innovazione nelle tecnologie e nei processi a basse emissioni di carbonio, la costruzione e il funzionamento di progetti che mirano alla cattura ecologicamente sicura e allo stoccaggio della CO2 (CCS) e le energie rinnovabili innovative.
Già nella call che si è chiusa a marzo per grandi progetti Clean Tech la Commissione ha finanziato proposte volte ad aumentare la produzione di idrogeno rinnovabile. Il prossimo bando, previsto per novembre, darà spazio ancora maggiore al vettore energetico includendo anche i produttori di tecnologie innovative e low-carbon come gli elettrolizzatori.
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