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UE, in arrivo le accademie industriali per le competenze green

 

Competenze green - Foto di Thirdman da PexelsPer accelerare la transizione ecologica è necessario investire nella formazione dei lavoratori, accrescendo il bagaglio di 'green skills' a loro disposizione. Lo sa bene la Commissione europea che, nel quadro del Green Deal Industrial Plan, ha proposto di istituire le accademie industriali Net-Zero.

Cosa prevede il Green Deal Industrial Plan

Coerentemente con gli obiettivi principali dell'anno europeo delle competenze, la futura nascita delle Net-Zero Industry Academies servirà ad avviare un ventaglio di programmi per il miglioramento delle competenze e per la riqualificazione nelle filiere strategiche.

Facciamo il punto sui futuri interventi che l'Unione europea metterà in atto nei prossimi mesi, nel quadro del piano industriale del Green Deal, e sugli interventi già disponibili per la formazione 'green oriented' a livello europeo, nazionale e regionale. 

Cosa sono le Net-Zero Industry Academies?

Una certezza emersa a seguito della pandemia e che ha rivoluzionato il punto di vista delle imprese sul proprio personale è sicuramente legato al tema delle competenze. Al giorno d'oggi, infatti, poter contare su una forza lavoro qualificata rappresenta l'elemento che più di ogni altro fa la differenza in termini di produttività e di competitività, sia che si tratti di enti pubblici sia di aziende.  

Considerando questi presupposti, la Commissione europea ha proposto la creazione delle accademie industriali Net-Zero, che forniranno programi di "up-skilling" e "re-skilling" ai lavoratori europei.

Per garantire l'avvio e lo sviluppo di queste Academies, Bruxelles ha previsto un finanziamento iniziale di 3 milioni di euro a valere sul Clean Hydrogen Joint Undertaking e di 2,5 milioni dal bilancio del programma per il mercato unico.

Il meccanismo che regolerà le accademie Net-Zero servirà anche a promuovere il riconoscimento univoco delle qualifiche professionali, facilitando l'accesso al mercato del lavoro. Entro dicembre 2024 e ogni due anni, infatti, gli Stati membri dovranno verificare se i programmi di apprendimento delle accademie industriali rispettano i criteri propri delle professioni regolamentate e, in tal caso, facilitarne l'individuazione.

Insieme alle Net-Zero Industry Academies, la Commissione europea ha lanciato anche la Raw Materials Academy. Si tratta di un'iniziativa che, nell'ambito della legge europea sulla materie prime critiche, servirà a riqualificare i lavoratori europei garantendo loro una formazione di base adeguata alle esigenze di mercato in fatto di transizione ecologica e digitale.

Transizione ecologica, il ruolo delle competenze green in Europa

Parallelamente alle accademie industriali, Bruxelles ha in programma di esaminare le modalità con cui integrare i meccanismi già esistenti di riconoscimento delle qualifiche con un approccio "skills-first", ossia incentrato sulle competenze effettive. 

Tra le altre proposte europee per coniugare il binomio transizione ecologica e formazione di qualità ci sono anche l'apertura di percorsi riservati agli studenti e ai ricercatori STEM internazionali interessati a venire in Europa e la creazione di partenariati di competenze per l'energia rinnovabile onshore, le pompe di calore e l'efficienza energetica.

L'Esecutivo europeo, inoltre, mira da un lato a facilitare l’accesso dei cittadini di paesi terzi ai mercati del lavoro dell'UE nei settori prioritari; dall'altro a introdurre delle misure per promuovere e allineare i finanziamenti pubblici e privati destinati allo sviluppo delle competenze.

Oltre alle misure previste dal terzo pilastro del Green Deal Industrial Plan per dare una spinta decisiva allo sviluppo di nuove competenze, il pool di interventi europei disponibili per le imprese e i lavoratori è già ricco di iniziative di rilievo. 

Nel quadro del programma Erasmus Plus, ad esempio, ci sono le Alleanze per l’innovazione: partenariati tra imprese e mondo dell'istruzione finalizzati al rafforzamento delle competenze, soprattutto green e digital, per rispondere alle esigenze future del sistema della conoscenza in Europa. 

Un altro strumento nell'ambito dello stesso programma europeo è rappresentato dai Centri di eccellenza professionale, che consente alle istituzioni di istruzione e formazione professionale di adattare rapidamente l'offerta formativa all'evoluzione delle esigenze economiche e sociali, incluse le transizioni digital e green.

Restando in ambito UE, una misura avviata e in fase di ampliamento è l'EIT Campus. Lanciato a gennaio dall'Istituto europeo di innovazione e tecnologia, si tratta di una piattaforma virtuale che riunisce varie attività educative per l'acquisizione di competenze orientate alla doppia transizione verde e digitale.

A proposito dei fondi strutturali, il Fondo sociale europeo plus ha fra i suoi target quello di investire oltre 88 miliardi di euro per promuovere l'occupazione verde e formare figure professionali qualificate per i 'green jobs'. Una cifra adeguata se si pensa che nei prossimi anni tra il 35% e il 40% di tutti i posti di lavoro potrebbe essere interessato dalla transizione verde.

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I fondi nazionali per le green skills in azienda

Lo stesso impegno profuso in Europa per lo sviluppo di competenze avanzate a sostegno della Green Economy non manca a livello nazionale. Una delle misure più importanti e note è sicuramente il Fondo nuove competenze, cofinanziato dal FSE e nato per contrastare gli effetti economici dell’epidemia Covid-19.

Lo strumento in questione permette alle imprese di adeguare le competenze dei dipendenti, destinando parte dell’orario di lavoro alla formazione attraverso percorsi orientati ad acquisire competenze digitali e green. Il quadro di riferimento per le skills utili alla transizione ecologica è quello della classificazione European Skills, Competences, Qualifications and Occupations (ESCO).

Considerando l'impatto della transizione green sul mercato del lavoro, è possibile che alcune misure possano subire un importante restyling per adeguarsi ai cambiamenti socio-economici verso la neutralità climatica. Potrebbe essere il caso del credito d'imposta formazione 4.0, un’agevolazione fiscale strategica per le aziende che investono nella formazione dei propri dipendenti su temi legati alla digitalizzazione.

Per accrescere le competenze dei lavoratori le aziende possono inoltre ricorrere ai bandi emanati a livello regionale. La Regione Lombardia, ad esempio, ha emanato un avviso da 5 milioni di euro per favorire lo sviluppo delle competenze strategiche dei lavoratori con focus sui temi delle transizioni verde e digitale. 

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