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Incentivi per il settore auto: sì, no, forse

Automobile - Fiat 500 - foto di Thomas doerferPer quest’anno l’auto dice definitivamente addio agli incentivi. Gli aiuti statali saranno destinati solo agli altri settori in crisi. A tornare nuovamente sull’argomento è stato il ministro per l'Innovazione e lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, specificando che la decisione è stata presa in linea con l'Europa.  Per il ministro “é una strategia di uscita per liberarci da questo rischio di mercato drogato e anche alla luce di dati economici complessivi che sono di crescita seppur limitata”.

Il ministro ha poi detto che l'intenzione è quella di focalizzare “qualche aiuto ai settori che sono maggiormente in crisi, così come definire e quantificare l'aiuto che dobbiamo a contratti di programma in quelle aree che necessitano d'intervento. Stiamo perciò individuando - ha aggiunto -  lo strumento che permetta di incentivare i consumi per alcuni settori che sono in sofferenza. Nel contempo incentivare anche chi fa ricerca e innovazione; infine quello di dare risorse per la ristrutturazione industriale in alcune aree di crisi che stiamo individuando. Appena saremo pronti lo porteremo in Cdm”.

Le dichiarazioni di Scajola hanno riscosso il consenso della Cisl, che attende nell'immediato un provvedimento dagli effetti reali.

Non si è fatta attendere la reazione dell’ad di Fiat, Sergio Marchionne, a margine del Salone dell'Auto di Ginevra, che si dichiara ottimista per il 2010, nonostante sia “una anno duro”. “Per una normalizzazione del mercato dell'auto in Italia bisognerà aspettare il 2013 – ha detto Marchionne - Ci vorranno 3 o 4 anni perché il mercato riacquisti un ritmo normale”.
Marchionne ha ribadito che senza incentivi il mercato italiano si assesterà su 1.750.000 vetture all’anno.

Al di là della Fiat, la decisione di tagliare gli incentivi al settore automotive desta preoccupazioni tra gli altri produttori.

“Il caso dell'Italia è unico in Europa, perché non abbiamo nessuna idea di quello che farà il governo dopo lo stop al programma di incentivi del 2009".
Ad affermarlo non senza una punta di sarcasmo, dall'evento di Ginevra, il vicepresidente di Renault e responsabile mondiale del marketing, Stephen Norman,  interpellato sull'impatto che il mancato rinnovo degli incentivi avrà sulle vendite della casa francese.
“Il destino delle vendite Renault in Italia  è nelle mani di Marchionne, molto più che nelle mani di Renault. Quindi, quello che andrà bene per Fiat andrà bene anche per Renault. Negli altri Paesi dell'Europa abbiamo una situazione di riduzione degli incentivi e questo lo sappiamo, è pianificato. Inoltre non c'é nessun passato che ci spinga ad immaginare delle cose diverse”.

In Italia, invece, ha spiegato Norman, l'uscita dagli incentivi potrebbe essere un bluff. “Oggi - ha precisato - abbiamo l'informazione ufficiale che ci dice che non ci sarà un seguito, ma abbiamo molte difficoltà a crederci. In Italia infatti è dal 2001, cioé da 10 anni circa, che l'industria automobilistica è supportata dalle misure statali. Dobbiamo quindi preparaci – ha proseguito - a due possibili scenari, sia all'eventualità che gli incentivi siano davvero finiti, e quindi bisognerà stringersi la cinta e far fronte alla situazione, sia al bluff perché invece ci sarà un seguito, magari con il Gpl”.

Norman ha infatti precisato che per Renault l'Italia rappresenta uno dei primi mercati mondiali con importanti ricadute dal punto di vista dell’immagine del marchio.
(Alessandra Flora)

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