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Recovery Plan: le misure per semplificare la vita di startup e PMI

StartupCosti e tempi zero per avviare startup e imprese, ma anche misure di incentivazione per entrare in una logica scale-up e ridurre la frammentazione tipica della catena di valore in Italia: su cosa punta il Ministero dello sviluppo economico nell'ambito dei progetti proposti per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Recovery plan) per PMI e startup. 

Recovery plan: le proposte del MISE per ricerca, sviluppo e tecnologie emergenti

Le misure per le startup non faranno la parte del leone nel documento MISE per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza - Recovery Plan, ma se attuate concretamente potrebbero semplificare di molto la vita delle imprese innovative e delle PMI italiane. 

Il ministero conta di mettere a disposizione quasi 2 miliardi e mezzo per accompagnare il rilancio dell’impresa italiana dalla nascita alla fase di maturità, insistendo sui sette tematiche. 

Zero costi e tempi zero per costituire una startup

Il primo punto prevede, in attuazione della direttiva 1151/2019, che le micro SRL possano essere costituite anche online, sulla base di uno statuto standard approvato dal Ministero, nel rispetto completo dei principi di legalità, compresa la verifica antiriciclaggio, riportante la firma digitale dei costituenti a norma del regolamento E-idas dell’UE. 

Si realizzerebbe così un risparmio in fase di avvio dell’impresa di almeno 2.000 euro e l’abbattimento dei tempi morti, con l’immediata costituzione della società.

Avvio immediato e telematico dell’attività

L’obiettivo è migliorare il funzionamento degli Sportelli Unici per le attivita' Produttive (SUAP) per dare reale attuazione dell'obiettivo del once only: un unico repository per la documentazione dell'impresa, che dovrà fornirne prova una sola volta. 

Il funzionamento del SUAP quale alimentatore di tale repository (il fascicolo d'impresa) sarà assicurato dall'aggiornamento delle regole tecniche e dalla applicazione su tutto il territorio nazionale per tutti i circa 8.000 Comuni italiani, delle medesime modalità di ricezione e trasmissione delle istanze e della relativa documentazione da parte delle imprese verso gli enti terzi ed il fascicolo d'impresa. 

Deburocratizzazione delle fasi di starting dell’impresa

Il terzo punto è strettamente legato al precedente: l’amministrazione avrà a disposizione in unica repository il complesso delle informazioni relative ai soggetti, all’oggetto ed alle localizzazioni delle attività economiche, la responsabilità del procedimento, sgravando pertanto l’imprenditore da allegazioni, autocertificazioni, dichiarazioni sostitutive. Ciò consentirà l’effettività dell’interlocutore unico e dell’impresa in un giorno, risolvendo il grave gap del doing buiness in Italia.

Recovery Plan: le proposte del MISE per investimenti e accesso al credito

Logica scale-up

Il quarto punto è maggiormente dedicato alle startup innovative, con politiche di incentivazione per circa 1 miliardo. Il MISE intende sostanzialmente rafforzare lo Startup Act implementando gli attuali strumenti di sostegno al debito, espandendo gli incentivi per gli investimenti in equity a favore del finanziamento e per la crescita delle startup ad alto potenziale innovativa, accompagnando l’investimento in capitale con incentivi fiscali agli investimenti in equity e con azioni di supporto. 

Aggregazione delle micro, piccole e medie imprese

Il quinto punto del programma del dicastero riguarda la crescita dimensionale attraverso la promozione di un modello organizzativo che superi la frammentazione tipica italiana della catena del valore, attraverso lo strumento del contratto di rete, e, contemporaneamente, favorisca l’iniezione di capitale pubblico nelle iniziative private ritenute strategiche e l’attivazione di un sistema collegato di formazione, ricerca e innovazione.

Lo strumento attuativo identificato per tale iniziativa è in primis quello esistente quale contratto di sviluppo per reti/filiere, cui si aggiungono strumenti di equity o quasi equity per la partecipazione al soggetto giuridico contratto di rete. 

Il MISE pensa ad un fondo ad hoc istituito presso un attore nazionale (probabilmente Cassa Depositi e Prestiti - equity) che agisca come partner finanziatore e attivatore di sviluppo per specifici territori (ad esempio, aree di crisi o aree di riconversione o aree ad alto potenziale attrattivo), per complessivi 200 milioni, ed un fondo rotativo di circa 700 milioni attraverso forme di apporto diretto di capitale pubblico alle iniziative partenariali. 

Export delle imprese

Prevista inoltre una politica di accompagnamento delle mPMI ai mercati esteri con una dotazione di 123 miloni, che secondo i calcoli econometrici potrebbe portare un indotto export di circa 30 miliardi. 

Responsabilizzazione “verde” di impresa, consumatore e mercato

Si tratta di un “bollino verde” assegnato ad esito della redazione e del deposito del green budget. 

Il settimo e ultimo punto del documento prevede due elementi connessi tra di loro:

  • la redazione da parte delle imprese di un bilancio verde, nel quale sono indicate le esternalità negative e positive, per raggiungere un equilibrio di bilancio, da depositare presso il registro delle imprese, che lo pubblica;
  • l’assegnazione di un bollino verde di diversa gradazione, che sia di indirizzo per il consumatore eco-friendly e per il mercato (compreso soprattutto il settore pubblico, erogatore, agevolatore o stazione appaltante).

Per realizzarlo concretamente occorrono una serie di step: 

  • individuazione di indicatori oggettivamente valutabili per la redazione delle voci del green budget;
  • definizione di un algoritmo di IA di trasparenza per il calcolo del netto di bilancio ed assegnazione del punteggio “green”; 
  • realizzazione di una sezione del registro delle imprese per la pubblicazione dei green budget; 
  • pubblicità del bollino verde di differente gradazione sulla base del punteggio assegnato dall’algoritmo. 

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