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Assegno unico, in arrivo nuovi importi e maggiorazioni

Assegno unico - Foto di Polesie Toys da PexelsLe famiglie con figli a carico hanno ancora una settimana di tempo per inviare la Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) all’INPS e ottenere l’aggiornamento dell’indicatore ISEE per continuare a beneficiare dell'assegno unico. A partire da questo mese, inoltre, verranno rivalutati gli importi e allargata la platea dei beneficiari del bonus per adeguarsi al costo della vita. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla misura per le famiglie.

Bonus figli disabili, via libera alle domande per il contributo a favore dei genitori

Entrato in vigore il 1° marzo 2022, l'assegno unico universale - istituito dal decreto legislativo n. 230/2021 approdato in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre - si arricchisce di nuove risorse in favore delle famiglie con figli a carico.

Come previsto dalla norma istitutiva della misura, il sussidio sarà adeguato al costo della vita - con un aumento che dovrebbe essere del 8,1% in base all’andamento dell’inflazione - a partire da questo mese. Questa rimodulazione sarà applicata sia sugli importi base dell’assegno unico previsti per ciascun figlio sia sulle soglie ISEE che modulano gli importi. La pubblicazione delle tabelle con i nuovi importi per il 2023 avverrà nei prossimi giorni, attraverso una circolare ad hoc dell'INPS. 

Scadrà a fine mese, invece, la possibilità per i nuclei familiari di rinnovare la DSU per aggiornare l’ISEE. In caso contrario, a partire dalla mensilità di marzo, verrà erogata solamente la quota minima per ciascun figlio. Inoltre, chi aggiornerà l’indicatore entro il 30 giugno potrà ottenere gli importi arretrati ricalcolati in base al parametro dal mese di marzo, mentre chi lo farà dopo questa data li riceverà modulati sull’ISEE dal momento di presentazione della dichiarazione sostitutiva.

Dai requisiti per richiederlo alle tempistiche per presentare le domande d'aiuto, facciamo il punto sullo strumento di welfare per le famiglie italiane.

Assegno unico per i figli

Come funziona l'assegno unico figli?

L'assegno unico per i figli, che rappresenta il tassello più importante del Family Act, è concepito come 'universale' in quanto consiste in una quota mensile riconosciuta ai nuclei familiari sulla base dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), per ciascun figlio dal settimo mese di gravidanza e fino a 21 anni

In presenza di figli maggiorenni l'assegno è concesso a patto che i ragazzi studino, facciano tirocini con reddito inferiore agli 8mila euro, siano disoccupati e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego o impegnati nel servizio civile universale. Non è previsto un limite di età, invece, per i figli disabili, ma solo un importo differenziato in base al grado di autosufficienza.

Ricordiamo che l'assegno unico universale rappresenta l'evoluzione dell'assegno temporaneo per i figli, noto anche come assegno 'ponte', che aveva validità di sei mesi, da luglio a dicembre del 2021, ed era rivolto ad una platea ridotta di beneficiari (lavoratori autonomi, professionisti, partite Iva, disoccupati senza indennità e tutti coloro senza un reddito familiare prevalente da lavoro dipendente o assimilati).

Importi parametrati all'ISEE

Gli importi dell'assegno sono parametrati all’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE). Inizialmente, i due limiti erano sotto i 15mila euro di ISEE per avere il massimo dei benefici e sopra i 40mila per avere comunque almeno il minimo. A seguito della rimodulazione legata all'inflazione, questi due parametri verranno modificati a partire da febbraio 2023: il primo salirà a 16.215 euro, mentre la quota minima scatterà oltre i 43.240 euro di ISEE.

Tuttavia, produrre l’ISEE non è obbligatorio: in mancanza si ha diritto, comunque, all’importo minimo. Nessuna famiglia, se vorrà, resterà quindi fuori dal contributo che andrà dai 54,1 ai 189,2 euro al mese (e non più dai 50 ai 175 euro grazie all'adeguamento degli importi legato al carovita).

Sono previste una serie di maggiorazioni nelle ipotesi di nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo), madri di età inferiore a 21 anni, nuclei con quattro o più figli, genitori entrambi titolari di reddito da lavoro, figli affetti da disabilità.

Sul sito dell’Inps è disponibile la "Simulazione Importo Assegno Unico", che permette di calcolare l’importo mensile del nuovo sostegno. Lo strumento è accessibile liberamente ed è consultabile da qualunque dispositivo mobile o fisso. Non sono, infatti, richieste credenziali per il suo utilizzo.

Per poter continuare a fruire del contributo spettante, le famiglie con figli a carico devono rinnovare l’ISEE entro il 28 febbraio 2023. In caso contrario, a partire dalla mensilità di marzo verrà erogata solamente la quota minima per ciascun figlio.

Inoltre, chi aggiornerà il valore ISEE entro il 30 giugno 2023 potrà ottenere gli importi arretrati ricalcolati in virtù al parametro dal mese di marzo, mentre coloro che lo faranno dopo questa scadenza riceveranno le somme modulate sulla base dell’ISEE al momento della presentazione della Domanda sostitutiva unica.

Quando e come presentare le domande

Le domande si possono presentare dal 1° gennaio 2022 con modalità telematica tramite il sito Inps, presso gli istituti di patronato o i contact center dell'Istituto.

A queste modalità, con il messaggio del 22 luglio 2022, si è aggiunto un nuovo servizio di richiesta tramite l'applicazione 'INPS Mobile' per smartphone e tablet. Dopo aver installato l’app e selezionato dalla homepage la voce "Assegno unico e universale per i figli a carico", l’utente, previo accesso mediante SPID oppure CIE può presentare una nuova domanda e/o consultare lo stato di una domanda già presentata. Senza autenticazione è possibile accedere solo alla funzione di "Simulazione Importo Assegno Unico".

La domanda va inoltrata una sola volta, deve riguardare tutti i figli, integrandola in caso di nascite e tenendo presente che l’assegno unico spetta a partire dal settimo mese di gravidanza.

Chi può fare domanda di assegno unico?

Possono presentare domanda di assegno unico i soggetti che, oltre ad avere un figlio a carico, devono rispettare i seguenti requisiti, indicati nel decreto legislativo n. 230/2021:

  • in alternativa tra loro:
    - essere cittadino italiano;
    - essere cittadino di uno Stato membro dell’Unione europea o suo familiare, titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente ovvero i titolari di carta di soggiorno o carta di soggiorno permanente;
    - essere titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
    - essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
    - essere titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi o titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi;
  • essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
  • essere residente e domiciliato in Italia;
  • essere o essere stato residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, o anche essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.

Successivamente, l’INPS ha incluso - con la circolare del 23 febbraio 2022 - tra i potenziali beneficiari della misura anche:

  • gli stranieri apolidi, rifugiati politici o titolari di protezione internazionale equiparati ai cittadini italiani;
  • i titolari di Carta blu, “lavoratori altamente qualificati”;
  • i lavoratori di Marocco, Algeria e Tunisia per i quali gli accordi euromediterranei tra l’Unione europea e tali Paesi prevedono il generale diritto alla parità di trattamento con i cittadini europei;
  • i lavoratori autonomi titolari di permesso di cui all’articolo 26 del Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, dal momento che la norma non fa differenza con il lavoro dipendente.

Il sostegno economico alla genitorialità, inoltre, spetta anche ai familiari extra UE di cittadini stranieri che siano titolari di un permesso di soggiorno per ricongiungimento al familiare.

Dal momento che l’INPS ha ricevuto diverse richieste di chiarimento sui permessi di soggiorno validi per la domanda di accesso all’assegno unico, con il messaggio del 25 luglio 2022, l’Istituto ha integrato le indicazioni in merito al tema. L'Istituto ha specificato che ci sono anche altre tipologie di documenti che permettono ai cittadini stranieri di richiedere i benefici economici e sono quelli rilasciati per le seguenti cause:

  • lavoro subordinato di durata almeno semestrale;
  • lavoro stagionale di durata almeno semestrale;
  • assistenza minori rilasciati ai familiari per gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico e tenuto conto dell’età e delle condizioni di salute del minore che si trova nel territorio italiano;
  • protezione speciale in caso di pericoli di persecuzione o tortura per chi rientra nel Paese di origine;
  • casi speciali relativi a soggetti nei cui confronti siano state accertate situazioni di violenza o di grave sfruttamento.

Sono esclusi, invece, dalla platea dei beneficiari i titolari dei seguenti permessi: attesa occupazione; tirocinio e formazione professionale; studio; studenti, tirocinanti, alunni; residenza elettiva; visite, affari, turismo.

L'assegno andrà al genitore che fa la domanda o "a richiesta anche successiva, in pari misura" tra i genitori. In caso di affidamento esclusivo "l'assegno spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario. Nel caso di nomina di un tutore, l'assegno è riconosciuto nell'interesse esclusivo del tutelato". La domanda può essere presentata anche dai figli, una volta diventati maggiorenni, che possono "richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante".

La domanda non sarà necessaria per i percettori di Reddito di cittadinanza in quanto l’assegno unico verrà pagato d’ufficio dall'Inps congiuntamente con il RdC e secondo le modalità di erogazione di quest’ultimo, sottraendo la quota prevista per i figli minori.

Assegno unico, i documenti necessari

Per ottenere l’assegno si deve avere un ISEE valido, ma quest’ultimo non deve essere allegato alla domanda perché Inps ne verifica autonomamente l’esistenza. Di conseguenza la procedura messa a punto dall’Istituto è snella e non richiede di allegare documenti. 

In pratica è necessario indicare i dati dei figli e dell’altro genitore, quelli per il pagamento, sottoscrivere dichiarazioni di responsabilità e l’assenso al trattamento dati. La richiesta verrà presentata da un genitore e il secondo completerà la parte di sua competenza indicando gli eventuali ulteriori dati per il pagamento in caso di ripartizione a metà dell’importo. I figli maggiorenni potranno fare domanda in sostituzione dei genitori e chiedere la corresponsione diretta della quota di assegno a loro spettante.

Per ricevere l'assegno è necessario che il titolare del conto corrente identificato dal codice Iban specificato nella domanda sia il richiedente dell'assegno unico. L'Inps non potrà accreditare l'assegno sul conto corrente di una persona differente da chi presenta la domanda. È possibile comunque chiedere l'accredito dell'assegno unico su un conto corrente cointestato al beneficiario che ha presentato la domanda. Non è sufficiente essere delegati alla riscossione.

Il codice fiscale del richiedente deve essere esattamente corrispondente a quello che risulta all'Istituto di Credito come codice fiscale del titolare del conto corrente su cui si chiede l'accredito. Infine, il conto corrente su cui si chiede l'accredito dell'assegno unico deve essere effettivamente attivo e correttamente intestato (o cointestato) al richiedente la prestazione.

Consulta il testo del decreto legislativo n. 230-2021, Gazzetta Ufficiale n. 309 del 30 dicembre 2021 

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Assegno unico 2023, le maggiorazioni in Manovra

La prima Manovra economica del governo Meloni stanzia 1,5 miliardi di euro sul pacchetto famiglia, introducendo due maggiorazioni all'importo dell'assegno unico per il 2023. 

La prima interessa tutte le famiglie e consiste in un aumento del 50% per il primo anno di vita del bambino, mentre la seconda prevede un ulteriore incremento del 50% solo per i nuclei familiari numerosi composti da tre o più figli (fino a 3 anni d'età) con ISEE fino a 40mila euro.

Con una modifica introdotta durante l’iter parlamentare è stato previsto anche un aumento da 100 a 150 euro mensili della maggiorazione forfettaria dell’assegno che spetta ai nuclei familiari con quattro o più figli a carico.

Inoltre, la stessa legge di Bilancio conferma la maggiorazione dell'assegno per i figli disabili - introdotta in via sperimentale dal precedente Governo Draghi - che da provvedimento temporaneo diventa un aiuto "strutturale".

D'altra parte, resta valida la rivalutazione delle cifre del sussidio per tutte le famiglie italiane: dal 1° gennaio 2023 l'assegno unico viene indicizzato all’inflazione, così come prevede la legge che lo ha introdotto. 

Le tabelle con i nuovi importi per il 2023 verranno pubblicate nei prossimi giorni dall'INPS. Tuttavia, è noto che la rimodulazione tiene conto del tasso di rivalutazione pari all’8,1%, in linea con la variazione media annua dell’Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi) di Istat. Il ricalcolo, quindi, porterebbe da un lato ad un incremento del valore dell’assegno mensile e dall'altro all'aumento delle soglie ISEE di riferimento. Questi aumenti saranno riconosciuti dalla mensilità pagata a febbraio dell'anno in corso e, nel caso, verranno corrisposti anche eventuali arretrati.

A partire da quest'anno, inoltre, cambiano le modalità di accesso alla misura di sostegno per le famiglie con figli a carico. Se i requisiti del nucleo familiare non sono cambiati rispetto all’anno precedente, l’INPS erogherà in automatico l'assegno mensile senza più l’obbligo di presentare la domanda di rinnovo. Coloro che percepiscono l'aiuto dovranno comunicare all'Istituto solo eventuali variazioni dell'Isee e del numero di figli.

I chiarimenti sull'assegno unico universale figli

Con il messaggio n. 174 del 17 febbraio 2023, l'INPS ha fornito dei chiarimenti a proposito della maggiorazione dell'assegno unico nel caso di genitori rimasti vedovi nel periodo di fruizione dell’agevolazione. L'importo extra spetterà nell’annualità in cui si è verificata la morte del genitore lavoratore e verrà attribuita in maniera automatica per le domande presentate a partire dal 1° gennaio 2022.

Dal 1° marzo 2023 coloro che nel corso del periodo gennaio 2022 - febbraio 2023 abbiano presentato una domanda di assegno unico per i figli a carico, accolta e in corso di validità, beneficeranno dell'erogazione d'ufficio della prestazione da parte dell’INPS, senza dover presentare una nuova domanda. Questi dovranno solamente aggiornare la DSU e revisionare la richiesta in caso di cambiamenti della situazione familiare. La richiesta va presentata solamente da chi accede alla prestazione per la prima volta o non ha una richiesta in corso di validità. Lo ha chiarito lo stesso Istituto con la circolare n. 132 del 15 dicembre 2022.

Con il messaggio n. 3518 del 27 settembre 2022, l'INPS ha fornito alcune specifiche riguardo le novità normative introdotte dalla legge di conversione del decreto Semplificazioni alla disciplina dell’assegno unico e universale per i figli a carico. Le nuove regole di determinazione dell’importo spettante si applicano con decorrenza da marzo 2022 e rendono dunque talvolta necessario un ricalcolo delle differenze.

Lo stesso Istituto, con il messaggio n. 2951 del 25 luglio 2022, ha dettagliato i titoli di soggiorno da ritenersi utili per l’ammissione al sussidio dei genitori stranieri.

La domanda di assegno unico univesale per i figli può essere inviata e consultata anche tramite la app 'Inps Mobile' per smartphone e tablet. A comunicarlo è stato l'INPS, con il messaggio n. 2925 del 22 luglio 2022.

Con il messaggio n. 1714 del 20 aprile 2022, l'INPS ha fornito ulteriori precisazioni sulla misura di sostegno e sui criteri di spettanza. Nello specifico, il chiarimento si sofferma sulla maggiorazione dell’importo riconosciuta ai nuclei in cui lavorano entrambi i genitori e in caso di nuclei familiari numerosi, fornendo inoltre delucidazioni per quel che riguarda il riconoscimento dell'assegno ai genitori separati e ai figli maggiorenni.

La circolare INPS n. 34 del 28 febbraio 2022 ha fornito le prime istruzioni amministrative e procedurali in relazione agli effetti che l’introduzione dell’assegno unico produce sulla disciplina dell’assegno per il nucleo familiare (ANF). In particolare, si esplicita che in assenza di figli per i quali spetta l'assegno unico universale, potranno comunque essere richiesti gli ANF, ma limitatamente agli altri componenti del nucleo in possesso dei requisiti di legge.

Con la circolare n. 23 del 9 febbraio 2022 l'INPS si è soffermata sui criteri generali di spettanza e sui requisiti dei beneficiari, precisando anche i termini di decorrenza e le modalità di erogazione della misura. Nello stesso documento, inoltre, l'Istituto fornisce dei chiarimenti a proposito di alcuni aspetti della normativa ai fini della determinazione dell’importo e dell’erogazione. 

Precedentemente, in data 31 dicembre 2021, sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono state pubblicate due distinte informative, predisposte congiuntamente con l’Inps, indirizzate rispettivamente una ai datori di lavoro e l'altra ai dipendenti e ai lavoratori autonomi. Oltre al riepilogo della norma, queste comunicazioni forniscono i dettagli per la corresponsione e la fruizione dell’assegno universale.

A queste due informative si affianca il messaggio dell'Inps n. 4748 del 31 dicembre 2021, in cui vengono date le prime istruzioni operative per fare domanda d’accesso all'assegno unico 2022.

Sostegni ter, detrazioni IRPEF anche con assegno unico figli 

Se da un lato il debutto dell’assegno unico ha comportato l’addio alle detrazioni fiscali per i figli a carico under 21, dall’altro è stata garantita la possibilità di portare in detrazione dall’IRPEF con il modello 730 le spese sostenute in loro favore.

A stabilirlo è l’articolo 19 del decreto Sostegni ter, che ha integrato le disposizioni previste dal TUIR, per chiarire alcune incertezze normative a proposito dell’avvio dell’assegno unico in relazione alla disciplina delle detrazioni fiscali per figli a carico.

Nel dettaglio, il decreto Sostegni 2022 ha introdotto un nuovo comma 4-ter all'articolo 12 del Testo Unico che mette in salvo il diritto per tutte le famiglie a fruire delle detrazioni fiscali per le spese sostenute in favore dei figli a carico, stabilendo quanto segue:

"Ai fini delle disposizioni fiscali che fanno riferimento alle persone indicate nel presente articolo, anche richiamando le condizioni ivi previste, i figli per i quali non spetta la detrazione ai sensi della lettera c) del comma 1 sono considerati al pari dei figli per i quali spetta tale detrazione".

Quindi, dal 1° marzo 2022:

  • per i figli fino a 21 anni di età viene riconosciuto l’assegno unico universale;
  • per i figli, compresi quelli naturali riconosciuti, adottivi o affidati, di età pari o superiore a 21 anni, è possibile fruire delle detrazioni fiscali per figli a carico.

In ambedue i casi viene comunque riconosciuta la possibilità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi le spese sostenute in favore dei figli a carico, da quelle scolastiche fino alle spese per l’abbonamento ai mezzi pubblici.

Restano invariati i parametri da considerare per individuare i figli per i quali sarà possibile beneficiare delle detrazioni IRPEF in dichiarazione dei redditi: le detrazioni fiscali sono riconosciute per i figli, così come per il coniuge a carico e per gli altri familiari a carico conviventi individuati dall’articolo 433 del codice civile (quali ad esempio nipoti, genitori, suoceri, fratelli o sorelle) che nel corso del periodo d’imposta hanno percepito reddito complessivo annuo, al lordo degli oneri deducibili, non superiore a 2.840,51 euro o 4.000 euro, in relazione ai figli fino ai 24 anni di età.

Decreto Semplificazioni, maggiorazioni per i figli disabili

Il decreto Semplificazioni ha introdotto due importanti modifiche all’assegno unico, in particolare:

  • l’equiparazione dell’importo previsto per i figli disabili minorenni a carico anche ai maggiorenni;
  • la maggiorazione di 120 euro prevista per i figli disabili a carico di nuclei familiari con valore ISEE fino a 25mila euro.

Quindi, dal 1° marzo 2022 al 28 febbraio 2023, i figli maggiorenni disabili, senza limiti di età, sono equiparati ai minorenni con conseguente adeguamento dell’importo spettante.

In sintesi, i figli con disabilità maggiorenni fino a 21 anni possono beneficiare della maggiorazioni previste per i minorenni, pari a 105 euro mensili in caso di non autosufficienza; 95 euro mensili in caso di disabilità grave; e 85 euro mensili in caso di disabilità media.

L’assegno unico sarà di 175 euro in presenza di un valore ISEE pari o inferiore a 15mila euro e l’importo si riduce gradualmente fino ai 50 euro previsti in caso di ISEE pari o superiore a 40mila euro. A questo, poi, si aggiunge l’importo di eventuali maggiorazioni.

Inoltre, i nuclei familiari con valore ISEE inferiore a 25mila e almeno un figlio disabile a carico potranno beneficiare di un’ulteriore maggiorazione di 120 euro per l'anno 2022. 

Questa ulteriore somma aggiuntiva ha natura transitoria e si ridurrà in maniera graduale fino al 2025, prevista per intero dal 1° marzo 2022 sarà pari a 2/3 nel 2023 per poi scendere ancora a un terzo per il 2024 e per i mesi di gennaio e febbraio 2025.

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