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Decreto PNRR: nuova governance del Piano, semplificazioni per appalti e rinnovabili. Novità anche per Coesione e PAC

PNRR - foto del GovernoPubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto PNRR ter che rivede profondamente la governance del Piano con l’intento di semplificare e accelerare il lavoro delle amministrazioni per gestire meglio il Recovery e realizzare nei tempi le opere previste. Novità in vista anche per i fondi europei della Coesione e per la PAC. Procedure semplificate per appalti e rinnovabili, 'modello Genova' per l'edilizia scolastica.

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Il decreto PNRR ter, decreto n. 13 del 24 febbraio 2023 pubblicato il 24 febbraio in Gazzetta Ufficiale, ha il compito di snellire ulteriormente la governance del PNRR e accelerare la spesa dei fondi europei. 

Un provvedimento ad ampio spettro che, oltre all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano Complementare al PNRR, mette mano anche all’attuazione delle Politiche di Coesione e della Politica agricola comune.

Il motivo dietro il cambio di passo proposto dal decreto PNRR è semplice: dopo aver faticosamente centrato gli obiettivi previsti per fine 2022, il Governo deve accelerare per raggiungere i prossimi. A differenza degli obiettivi previsti nei primi anni di vita del Piano (più legati all’approvazione di provvedimenti formali e che fanno da cornice all’avvio degli investimenti) ora il PNRR deve entrare nel vivo e i fondi devono essere messi a terra tramite bandi e investimenti concreti. Passare dal dire al fare richiede quindi di accelerare la macchina amministrativa. 

Una partita legata a filo doppio ai lavori per la revisione del PNRR stesso alla luce del capitolo energia introdotto da REPowerEU, il piano europeo per fronteggiare le difficoltà del mercato energetico globale, da chiudere entro fine aprile.

Le direttrici lungo cui si muove l’azione di Palazzo Chigi tramite il dl PNRR 3 sono diverse e vanno in parallelo: una profonda revisione della governance del PNRR che rafforza la regia del Piano sotto la Presidenza del Consiglio; un rafforzamento della capacità amministrativa dei soggetti chiamati ad attuare gli interventi previsti dal PNRR e dal Piano Complementare al Recovery che passa attraverso un’accelerazione e una semplificazione delle procedure in vari settori; una gestione più efficace delle Politiche di Coesione europea e nazionale, in sinergia con la Politica Agricola Comune. 

Una nuova governance per il PNRR

Partiamo dalla governance, che il decreto PNRR ter rivede profondamente spostando l’ago della bilancia a Palazzo Chigi, cui spettano ora maggiori poteri di controllo, e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, responsabile della gestione e della rendicontazione dei fondi.

La nuova struttura di missione PNRR accentra i poteri nelle mani della Presidenza del Consiglio, che oltre a fare da punto di contatto nazionale per l’attuazione del PNRR assume poteri sostitutivi in caso di mancato rispetto da parte delle Regioni degli impegni finalizzati all’attuazione del PNRR. Il controllo e il monitoraggio della spesa degli interventi PNRR e PNC sono invece in capo al MEF.

Le semplificazioni in arrivo per appalti, grandi opere e rinnovabili. Modello Genova per l'edilizia scolastica

Il secondo piano di lavoro del decreto PNRR ter è la semplificazione. Ricco il ventaglio di misure previste.

In primo luogo il decreto agisce su appalti pubblici e grandi opere prevedendo l’estensione a tutti gli appalti PNRR e PNC, comprese le infrastrutture connesse, delle procedure “supersemplificate” in materia di conferenza dei servizi, VIA e acquisizione degli assensi dei beni culturali.

Semplificazioni che riguardano anche gli acquisti di beni e servizi informatici strumentali, le procedure di posa in opera di infrastrutture a banda ultralarga, l’edilizia scolastica e le opere energetiche.  

Per l'edilizia scolastica il riferimento usato dal ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, è al cosiddetto 'modello Genova'. L'obiettivo finale è supportare gli enti locali negli interventi di edilizia scolastica e nell'attuazione del PNRR, semplificando le procedure attuative e i relativi meccanismi, la cui complessità rischiava di determinare ritardi.

Per quanto riguarda le misure in materia di ambiente e sicurezza energetica il decreto PNRR prevede, tra le altre cose, procedure semplificate per promuovere gli impianti chimici “integrati” volti alla produzione di idrogeno verde e rinnovabile, per la posa in opera di pannelli solari e l’installazione di infrastrutture energetiche da fonti rinnovabili.

Non solo PNRR: nuova governance anche per i fondi strutturali europei

Ma il decreto 13/2023, come si intuisce già dal nome - “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune” - non riguarda solo PNRR e Piano Complementare. Il restyling della governance e le semplificazioni si allargano, seppur in modalità diverse, anche alla Politica di Coesione e alla PAC. 

Non a caso il decreto PNRR ter è stato presentato in Consiglio dei Ministri insieme a una relazione sui Fondi di coesione, approvata dallo stesso Cdm. Relazione da cui emerge che l’Italia, sebbene rappresenti uno dei principali beneficiari dei fondi di coesione, non ne trae i benefici attesi.  

Per citare la relazione presentata in CdM dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto: nel 2022, nonostante la mole di risorse investite in Italia nell’ambito della Politica di coesione a partire dal 1994, l’Italia è uno dei Paesi in cui l’attesa riduzione dei divari tra le Regioni non si è verificata, e che, al contrario, dimostra una tendenza all’aumento delle disparità”. Per dirla in cifre: su 116 miliardi della programmazione 2014-2020, fra fondi europei e nazionali, gli impegni sono stati pari a 67 miliardi e i pagamenti a 36 miliardi. 

Il decreto PNRR cerca di cambiare rotta in primis accentrando a Palazzo Chigi i poteri che finora erano in capo all’Agenzia per la coesione territoriale, destinata a sparire. Per la precisione, i compiti dell’Agenzia si spostano ora in capo al Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, gestito da Fitto.

Fronte Politica Agricola Comune il decreto costituisce presso il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste l’Autorità di gestione nazionale del Piano strategico della PAC 2023-2027, con conseguenti disposizioni organizzative anche relative all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA).

Infine, il decreto PNRR 3 istituisce l’Agenzia italiana per la gioventù, ente pubblico non economico dotato di personalità giuridica, la quale subentra a tutti gli effetti nelle funzioni attualmente svolte dall’Agenzia nazionale per i giovani.

Il testo del decreto PNRR ter: decreto 13/2023 pubblicato in Gazzetta ufficiale il 24 febbraio 2023

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