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Banca asiatica di sviluppo: arriva la finanza blu per salvare i mari

 

Finanza blu - Photocredit tkremmel da Pixabay La Banca Asiatica per lo sviluppo (ADB) lancia un Piano per definire una serie di strumenti di “finanza blu” capaci di coinvolgere i capitali privati in quella che si delinea come una delle principali sfide del XXI secolo: salvare i mari e, con loro, milioni di persone che vivono delle attività ad essi connesse.

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I dati che riguardano la salute dei mari e degli oceani sono drammatici. Negli ultimi cinquant’anni è già andato perduto ⅓ dello stock globale di pesci. Se non ci sarà a breve un’inversione di tendenza, entro il 2048 in tutta la regione dell’Asia-Pacifico non ci saranno più stock ittici da destinare al commercio ed entro il 2052 gli oceani conterranno più plastiche che pesci.

Lo scenario apocalittico delineato richiede interventi massicci, fattivi e rapidi. Per questo il coinvolgimento dei capitali privati risulta indispensabile.

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Il valore della Blue economy

La stima del valore di tutte le attività basate sulla risorsa “mare” e che rientrano nell’ormai nota definizione di “Blue Economy” si aggira tra i 3 e i 6 trilioni di dollari all’anno e rappresenta una parte consistente del Pil di tutti gli stati che si affacciano sui mari.

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Nella sola regione asiatica, oltre 34 milioni di persone vivono di attività direttamente connesse alla pesca e nel sudest asiatico l’export di pesce, che finisce anche sulle tavole italiane andando a colmare un fabbisogno nazionale massiccio, anche se non troppo noto, ha un valore di 19,5 miliardi di dollari.

Una sfida globale

Il problema ha una dimensione globale. Misure e singoli interventi nazionali sono importanti, ma non bastano. C’è bisogno di una strategia transnazionale e multisettoriale che intervenga contemporaneamente sulle cause e sugli effetti, coinvolgendo tutti gli attori in gioco: governi, imprese, mondo della ricerca, consumatori. Nessuno è escluso.

Servono nuove infrastrutture ocean-friendly che facilitino modalità innovative per la gestione dei rifuti solidi, ma anche infrastrutture portuali sostenibili, sistemi più efficienti per la gestione delle acque reflue, un’industria agroalimentare capace di ridurre l’impiego di fertilizzanti così come un'acquacultura più attenta all'ambiente. Tutte misure che richiedono investimenti rilevanti.

A caccia di capitali privati

I capitali privati rappresentano una fonte imprescindibile per realizzare interventi che sono ormai necessari. Il loro coinvolgimento, però, non è impresa semplice dato che spesso si tratta di investimenti in cui il ritorno economico è difficilmente ascrivibile ad una tipologia di soggetto (il beneficiario, “l'inquinatore”, etc.). La conseguenza è la non bancabilità e la mancata realizzazione di interventi che sono necessari.

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I “fondi blu” ipotizzati dall'ADB possono, invece, superare questi problemi. Predisposti dai governi o dalle istituzioni finanziarie di sviluppo, questi fondi potrebbero fornire un miglioramento della capacità di credito degli investimenti, sotto forma di "crediti blu".

Come funziona la “blue finance”

Simili ai “carbon credits”, i crediti blu possono generare profitti, calcolati sulla base del valore dei costi risparmiati nella realizzazione di un progetto altamente impattante. Questi fondi possono, inoltre, supportare l’emissione di “blue bonds” più solvibili da parte da parte degli sponsor del progetto in modo da raccogliere capitali competitivi di lungo periodo sui mercati.

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Le banche multilaterali di sviluppo possono contribuire alla definizione dei criteri di selezione dei progetti “blu” e dei necessari quadri politici, creando strumenti e prodotti finanziari, mobilitando finanziamenti agevolati e preparando i canali per progetti bancabili.

L’Action plan di ABD

La Banca asiatica di sviluppo ha già maturato una lunga esperienza nella gestione dei “green bonds”, sulla cui falsariga potrebbero essere strutturati anche i nuovi “blue bonds”. Per fare in modo che il Piano si realizzi, però, è necessario il coinvolgimento dei governi per migliorare i profili di rischio-rendimento dei progetti e strutturare pacchetti di investimenti capaci di attrarre i capitali privati.

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L’Action Plan for Healthy Oceans and Sustainable Blue Economies lanciato da ADB mira proprio a spiegare ai governi e alle istituzioni la validità di questa tipologia di finanza agevolata, per consentirne un'applicazione concreta a stretto giro.

> Consulta l’Action Plan

Photocredit tkremmel da Pixabay 

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