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Bruxelles lavora a linee guida per accordi di sostenibilità in agricoltura

 

Agroalimentare - Photo credit: Foto di flyupmike da PixabayLa Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica sulle linee guida per la progettazione di accordi di sostenibilità in agricoltura ammissibili all'esenzione dalle regole di concorrenza dell'UE prevista dalla riforma della Politica agricola comune (PAC).

Cosa cambia con la riforma della PAC 2023-2027

La nuova consultazione pubblica segue quella condotta tra febbraio e maggio 2022 per raccogliere il punto di vista degli attori del mondo agricolo e di altri soggetti interessati in materia di accordi volti al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità nelle catene di approvvigionamento agroalimentari.

Anche se il diritto dell'UE vieta generalmente gli accordi tra società che limitano la concorrenza, determinando ad esempio prezzi più elevati o quantità inferiori, nell'ambito della riforma della Politica agricola comune, il Parlamento europeo e il Consiglio dell'UE hanno infatti approvato una nuova deroga che consente tali restrizioni negli accordi nel settore agricolo se giudicate indispensabili per raggiungere standard di sostenibilità superiori a quelli obbligatori a livello UE o nazionale.

Entro l'8 dicembre 2023 la Commissione deve adottare le linee guida per regolamentare l'applicazione di questa esenzione, degli orientamenti, cioè, che nel quadro delle nuove norme dell'UE per l'Organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli permettano ai produttori agricoli e ad altri operatori di valutare se gli accordi di sostenibilità nelle filiere agroalimentari soddisfano o meno le condizioni per accedere alla deroga.

La deroga alle norme antitrust nel regolamento OCM della PAC 2023-27

L'articolo 101, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea vieta gli accordi tra società che limitano la concorrenza, ma l'articolo 42 dello stesso TFUE stabilisce che le regole di concorrenza si applicano alla sfera dell'agricoltura solo nella misura determinata dal Parlamento e dal Consiglio.

Nel contesto della riforma della PAC 2023-2027, i colegislatori hanno adottato nel 2021 una nuova deroga alle regole di concorrenza per i prodotti agricoli. In particolare, con l'articolo 210 bis del regolamento 2021/2117, che modifica il regolamento 1308/2013 dell'OCM, si stabilisce che gli accordi siglati dai produttori agricoli, eventualmente con altri attori della filiera alimentare (compresa la distribuzione), per il raggiungimento di una serie di obiettivi di sostenibilità attraverso l'applicazione di standard superiori a quanto previsto dalla normativa comunitaria e/o nazionale siano ammessi, purché le eventuali restrizioni alla concorrenza derivanti da tali accordi siano indispensabili per il raggiungimento dei target previsti.

In particolare, tali accordi possono riguardare:

  • obiettivi ambientali, compresi mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento agli stessi; uso sostenibile e protezione del paesaggio, delle acque e dei suoli; transizione verso un'economia circolare, compresa la riduzione degli sprechi alimentari; prevenzione e riduzione dell'inquinamento; protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi;
  • produzione di prodotti agricoli con modalità che riducano l'uso di pesticidi e ne gestiscano i rischi derivanti da tale uso, o che riducano il pericolo di resistenza antimicrobica nella produzione agricola;
  • salute e benessere degli animali.

Alla Commissione spetta pubblicare gli orientamenti per gli operatori sulle condizioni di applicazione della deroga entro l'8 dicembre 2023 e, a decorrere dalla stessa data, rispondere alle richieste di parere dei produttori in merito alla compatibilità degli accordi, delle decisioni e delle pratiche concordate con la normativa UE.

Il contenuto di questi pareri potrà essere modificato, su iniziativa della Commissione o su richiesta di uno Stato membro, nel caso in cui il richiedente abbia fornito informazioni imprecise o abusato del parere e in generale, sia l'Esecutivo UE che le autorità nazionali garanti della concorrenza avranno il diritto di sospendere o richiedere modifiche degli accordi di sostenibilità laddove necessario per evitare che la concorrenza venga compromessa.

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La prima consultazione pubblica sugli accordi di sostenibilità

In vista della scadenza dell'8 dicembre 2023, il 28 febbraio scorso la Commissione europea ha lanciato una prima consultazione rivolta a tutte le parti interessate per comprendere i tipi di accordi di sostenibilità che hanno sviluppato finora o che vorrebbero sviluppare, le potenziali restrizioni della concorrenza derivate o che potrebbero derivare da tali accordi, nonché il possibile impatto di tale cooperazione sull'offerta, sui prezzi e sull'innovazione.

La Commissione europea ha invitato le parti interessate - come agricoltori, associazioni agricole, imprese di trasformazione di prodotti agricoli, grossisti, dettaglianti e fornitori di fattori produttivi - a condividere la propria esperienza in materia di accordi volti al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità nella filiera agroalimentare. La consultazione, che si è chiusa a maggio, è stata rivolta anche ad analisti di settore, accademici e organizzazioni specializzate in questioni di sostenibilità per l'agricoltura.

La seconda consultazione pubblica sulla bozza di orientamenti

Bruxelles ha esaminato tutti i contributi ricevuti in risposta alla prima consultazione e il 10 gennaio ha lanciato un nuovo invito agli attori interessati, questa volta sulla bozza della proposta di linee guida, aperto fino al 24 aprile 2023.

Gli orientamenti proposti dalla Commissione definiscono anzitutto l'ambito di applicazione dell'esenzione, che riguarda solo gli accordi conclusi dai produttori agricoli, tra di loro o con altri attori attivi lungo la filiera agroalimentare, come le aziende che forniscono fattori produttivi per la produzione, la distribuzione, il trasporto o l'imballaggio del prodotto. Gli accordi conclusi solo tra operatori della filiera agroalimentare senza includere i produttori agricoli non possono beneficiare della deroga, anche quando l'accordo riguarda un prodotto agricolo.

In secondo luogo le linee guida definiscono gli obiettivi di sostenibilità ammissibili, chiarendo che i target perseguibili con gli accordi sono quelli definiti all'articolo 210 bis del regolamento OCM e classificabili in tre categorie: tutela dell'ambiente; riduzione dell'uso di pesticidi e della resistenza antimicrobica; salute e benessere degli animali.

Affinchè le parti possano beneficiare dell'esenzione gli standard di sostenibilità previsti dagli accordi devono andare oltre quanto previsto dal diritto dell'UE o nazionale. Non c'è quindi un livello minimo di miglioramento che le parti devono raggiungere rispetto agli standard obbligatori, ma la valutazione dell'indispensabilità del miglioramento atteso dall'accordo dovrà tenere conto del livello delle restrizioni esistenti. Laddove non esista già uno standard obbligatorio, un accordo di sostenibilità che ne adotti uno può comunque beneficiare della deroga, a condizione che persegua uno degli obiettivi di sostenibilità di cui all'articolo 210 bis del regolamento 2021/2117.

La proposta di orientamenti traccia poi la procedura da seguire per identificare le restrizioni alla concorrenza derivanti da un accordo di sostenibilità effettivamente indispensabili per raggiungere lo standard atteso. Questa valutazione si compie in quattro passaggi: identificare gli ostacoli che impedirebbero alle parti di raggiungere autonomamente lo standard di sostenibilità e spiegare perché è necessaria la collaborazione; determinare il tipo appropriato di accordo (ad esempio un accordo sul prezzo o sulla quantità); individuare le restrizioni indispensabili alla concorrenza (ad esempio, un accordo sul prezzo può fissare l'intero prezzo di un prodotto, stabilire un prezzo minimo oppure stabilire un sovrapprezzo); determinare il livello appropriato (ad esempio l'importo del prezzo) e la durata della restrizione. Attraverso questa procedura le parti dovranno scegliere l'opzione meno restrittiva della concorrenza necessaria a raggiungere lo standard.

Infine, gli orientamenti chiariscono la portata dell'intervento ex post della Commissione e delle autorità nazionali garanti della concorrenza, che hanno il diritto di sospendere o di richiedere modifiche degli accordi di sostenibilità non coerenti con le norme antitrust e con gli obiettivi della PAC.

Al termine di questa seconda consultazione, la Commissione analizzerà i commenti ricevuti, anche attraverso un workshop che verrà organizzato nel mese di giugno per discutere quanto emerso dai contributi degli stakeholder. Conclusa anche questa fase di analisi e confronto, l'Esecutivo UE apporterà le modifiche necessarie al testo al fine di disporre della versione definitiva degli orientamenti sugli accordi di sostenibilità nel settore agroalimentare entro la scadenza dell'8 dicembre 2023.

Per approfondire: Cosa prevede il Piano PAC dell'Italia

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