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Piattaforme online: le regole UE possono essere perfezionate per tutelare la concorrenza

 

Digital Markets ActL'appello arriva dalla rete di think tanks Centres for European Policy network (CEP) che, con due pubblicazioni, evidenzia i punti critici e le possibili soluzioni per migliorare il Digital Markets Act (DMA), la legge sui mercati digitali presentata lo scorso dicembre dalla Commissione UE.

Digital services act e Digital markets act: da Bruxelles nuove regole per le piattaforme online

La legge ha lo scopo di impedire agli operatori delle grandi piattaforme internet di limitare la concorrenza o imporre condizioni sleali.

Le criticità del Digital Markets Act e le proposte del CEP

"L'accesso al mercato è spesso massicciamente ostacolato per i terzi ed il pericolo di comportamenti sleali è grande. Pertanto, il DMA ha senso ed è abbastanza appropriato", dice l'economista del CEP Matthias Kullas, che ha scritto l'analisi insieme al giurista Lukas Harta e all'economista Alessandro Gasparotti.

"Dato che le procedure a difesa del diritto alla concorrenza di solito richiedono molto tempo, è vantaggioso che il DMA costringa i cosiddetti “gatekeeper “ a rispettare degli obblighi in via generale", sottolinea Harta. Tuttavia, si riscontra: "una notevole mancanza di precisione rispetto alla definizione delle circostanze in cui la Commissione può dichiarare una società come gatekeeper e, conseguentemente, nasce una problematica per quanto riguarda il principio della certezza del diritto".

Oltre a ciò i ricercatori del CEP criticano anche alcuni aspetti specifici relativi alle procedure di attuazione ipotizzate dalla Commissione europea. In particolare la possibilità di creare nuovi obblighi di condotta per i “gatekeeper “ attraverso atti delegati, in violazione quindi al diritto primario dell’UE, nonché la facoltà generale affidata alla Commissione di effettuare ispezioni in loco, senza specificare le condizioni, pratica che rischierebbe di violare anche l'articolo 52 (1) della Carta dei diritti fondamentali". Kullas sollecita quindi "linee guida su come la Commissione può procedere in tale valutazione e situazioni".

Inoltre, il DMA non chiarisce sufficientemente la sua relazione con il diritto nazionale. Il fatto che l'applicazione della DMA spetti alla Commissione evita, secondo Harta, le distorsioni della concorrenza che potrebbero derivare da diverse interpretazioni della DMA. Tuttavia, le autorità nazionali competenti dovrebbero essere coinvolte maggiormente per assicurare una rapida applicazione specie quando solo uno Stato membro è interessato.

Le grandi compagnie Internet, nel frattempo, stanno già resistendo ai piani della Commissione per le nuove regole nel business digitale. Apple, ad esempio, si lamenta che il DMA, nella sua forma attuale, mette in pericolo la sicurezza e la protezione dei dati degli utenti di iPhone. Facebook, invece, mette in guardia contro i regole troppo rigide che minacciano di soffocare l'innovazione.

Tuttavia, gli esperti immaginano che l'UE dichiarerà almeno Apple, Google, Facebook e Amazon dei gatekeepers, secondo gli attuali criteri.

Consulta la pubblicazione 'Digital Markets Act - Parte I: Obblighi per le piattaforme online'

Consulta la pubblicazione 'Digital Markets Act - Parte II: Applicazione e procedura'

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