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Attuazione PNRR: i rischi sollevati dalla Corte dei Conti europea

 

Photocredit: Ann HAnche se “in genere” la valutazione della Commissione UE sui Piani degli Stati membri è “adeguata”, secondo la Corte dei Conti europea “il successo dell’attuazione dei PNRR rimane a rischio, a causa ad esempio di traguardi e obiettivi poco chiari”.

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Chiamata a “valutare l’economicità, l’efficacia, l’efficienza, la legittimità e la regolarità degli interventi dell’UE grazie a un lavoro di audit indipendente, professionale e d’impatto, al fine di accrescere il rispetto dell’obbligo di rendiconto e la trasparenza nonché di migliorare la gestione finanziaria”, la Corte dei Conti europea è il revisore esterno dell’Unione.

In tale veste la Corte analizza tutti gli aspetti e gli interventi UE incluso, evidentemente, anche il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) nato all’indomani del Covid con l'obiettivo di mitigare l’impatto economico e sociale della pandemia.

Cosa pensa la Corte dei Conti europea sul PNRR

In una relazione di 80 pagine, la Corte ha quindi analizzato “il procedimento adottato dalla Commissione per valutare i PNRR e gli orientamenti forniti agli Stati membri in tale contesto”. Inoltre, per sei Stati membri (Germania, Grecia, Spagna, Francia, Croazia e Italia), la Corte ha anche verificato “se tale procedimento avesse assicurato la conformità alle condizioni sancite dal dispositivo per la ripresa e la resilienza”.

Il risultato che ne è venuto fuori è sostanzialmente positivo, anche se non mancano alcune ombre.

La Corte, infatti, ha ritenuto la valutazione della Commissione UE “generalmente adeguata”. La Commissione - sottolinea la Corte - “ha basato la propria valutazione su liste di controllo e orientamenti interni esaustivi. Questi, però - ha aggiunto - non sono stati utilizzati dal personale della Commissione in modo sistematico o uniforme per la valutazione qualitativa, il che rende ardua talvolta la tracciabilità dell’esercizio”.

Pertanto, se da un lato “secondo la Corte, vi sono i presupposti perché i PNRR contribuiscano ai settori di intervento pertinenti dell’RRF”, ciò rischia di avvenire “in misura variabile e con un impatto ancora da vedere nella pratica”

Per quanto concerne gli impatti ambientali dei PNRR, nella relazione si legge che “analogamente alla conclusione cui è giunta la Commissione nella propria valutazione, la Corte ritiene improbabile che una qualsiasi delle misure presenti nel campione di audit arrechi un danno significativo all’ambiente. Tuttavia, nei PNRR non sono state incluse sistematicamente misure di mitigazione dell’impatto ambientale sotto forma di traguardi o obiettivi”.

Gli aspetti più critici dei PNRR rilevati dalla Corte attengono, per lo più, a “traguardi e obiettivi poco chiari” dei Piani.

Secondo la Corte, infatti, “la valutazione della Commissione ha migliorato la qualità dei traguardi e degli obiettivi, rileva la Corte. Nondimeno, alcuni di essi non erano chiari e non erano associati alle fasi di attuazione fondamentali; inoltre, non è stato sempre adottato un approccio armonizzato tra i vari Stati membri. La valutazione dei costi stimati eseguita dalla Commissione ha risentito di una carenza di informazioni per determinate misure, nonché del fatto che i profili di erogazione sono stati determinati sulla base delle trattative condotte e non dei costi sottostanti”, si legge nella relazione.

Infine la Corte ha verificato se la valutazione della Commissione abbia fatto sì che i PNRR rispondessero a tutte o a un sottoinsieme significativo delle raccomandazioni specifiche per paese formulate nel contesto del semestre europeo, ossia del ciclo UE di coordinamento delle politiche economiche, sociali, di bilancio e del lavoro. La Corte ha osservato che il concetto di “sottoinsieme significativo” delle raccomandazioni specifiche per paese non è definito e che, pertanto, rimane in qualche misura discrezionale, specie nei casi in cui la Commissione ha rilevato lacune. La Corte ha inoltre constatato che alcuni elementi delle raccomandazioni specifiche per paese non hanno ancora trovato risposta nei vari Stati membri del campione di audit”.

Consulta la relazione

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